Storie e leggende sul caffè
Arabi e caffè: dalla legenda alla storia, dalla storia alla tazzina!
Etiopia e Penisola Araba, lontane ma così vicine da essere raggiunte in barca: nel golfo di Aden ferveva il dibattito tra i sostenitori della leggenda del pastore etiope Kaldi e quelli del Sufi Yemenita Omar.
Chi aveva scoperto il caffè? Chi era l’eroe che li aveva omaggiati dell’amatissimo oro nero?
Le leggende sono leggende, la ma la cosa più importante è che chiunque abbia scoperto il cespuglio con le bacche di caffè sia riuscito a portarlo dalle prime piantagioni dello Yemen a tutto il mondo arabo, fino a farlo diventare una delle bevande più popolari al mondo.
Gli Yemeniti erano soliti mangiare le drupe per avere l'energia per rimanere svegli per molto tempo, i sufi necessitavano del caffè per mantenere l’attenzione e rimanere svegli tutta la notte per le preghiere, i ricchi servivano caffè ogni giorno ai loro ospiti e i poveri potevano godersi una tazza di caffè nei locali pubblici conosciuti come Gahveh Khaneh.
Nel 15° secolo, vennero aperte delle caffetterie nella Mecca e al Cairo, fino alla capitale dell’impero Ottomano, Istambul.
Le Gahveh Khaneh, conosciute anche come le ‘case dei Saggi’, divennero la dimora di intellettuali che usavano riunirsi per tenere discussioni e dibattiti, condividere scoperte ed informazioni.
Mentre la moda del caffè stava raggiungendo l'intera popolazione, sorse una grave dilemma il caffè veniva chiamato Qahwa, che significava il vino, ed il vino era proibito nel mondo islamico. L’antico dibattito cambiò direzione: dimenticata l’antica questione su chi scoprì la pianta del caffè, ora la questione era se proibire o meno il consumo del caffè.
Alla Mecca, il governatore Kha’ir Beg organizzò un tribunale che vedeva una cesta di caffè sistemata ad una lato e l’accusatore seduto dall’altro. La cesta non aveva modo di difendersi dalle accuse di far perdere il controllo a coloro che bevevano caffè e di allontanarli dalla visione di Allah.
Il caffè fu proibito, le Case del Caffè chiuse, i venditori banditi e i bevitori flagellati.
Questo ovviamente non servì a far smettere alla popolazione di bere caffè, e quando il Governatore del Cairo, gran bevitore di caffè, venne a conoscenza della situazione, fece allontanare Kha’ir Beg dal suo ruolo e salvò l’oro nero.
Altri Sultani provarono a bandire il caffè, ma fallirono sempre per colpa dell’opposizione del Popolo del Caffè.
Arabi e ottomani amavano troppo il caffè, e come dar loro torto?